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Meditazione come stato e come processo
PERCORSO DI MEDITAZIONE
PARTE #1

"Radicati a terra e
collegati al cielo"

Il termine “meditazione” traduce la parola sanscrita “dhyana”, che designa l’esperienza di un ben preciso stato dell’essere, uno stato di presenza liberata e aperta, che nella tradizione di Thich Nhat Hanh è considerato la condizione di base della nostra mente, e viene indicato a volte come la nostra “vera natura”. In origine, quindi, non esisteva il verbo “meditare”, visto che il sostantivo dhyana non designava un’attività quanto piuttosto uno stato mentale, nel quale possiamo venire a trovarci oppure no, e che quindi non può essere coltivato in modo attivo ma soltanto in qualche modo “riscoperto”. In tal senso, è uno stato che si nutre di silenzio.

Foto di Evgeni Tcherkasski su Unsplash

Allo stesso tempo, sebbene questo stato mentale sia fondamentalmente sempre a nostra disposizione, per poterne fare esperienza, specialmente all’inizio (ma non solo) può essere di grande aiuto seguire alcune indicazioni che ci guidino in quello che possiamo chiamare il “processo della meditazione”, e cioè una sequenza di esercizi che gradualmente ci conducano all’esperienza dello stato meditativo. È necessario esercitarci in modo da rilassare il corpo, stabilizzare la mente, aumentare il nostro livello di consapevolezza e aprire la mente. Oltre che prepararci a fare esperienza di una mente meditativa, questi esercizi possono fin da subito esercitare un effetto diretto salutare sulla mente e aiutarci a vivere la quotidianità con maggiore chiarezza, stabilità e compassione.

Da questo nasce l’importanza e il senso delle meditazioni guidate, che ci accompagnano nel nostro percorso di sviluppo spirituale, per poi essere gradualmente lasciate andare, per dimorare semplicemente nello stato meditativo.

Come detto, questo percorso intende sostenere e accompagnare ogni tipo di praticante, qualunque sia la sua esperienza. Questa intenzione di “accompagnare” rende la struttura delle meditazioni che proponiamo in qualche modo diversa da quella tipica (e altrettanto valida!) delle meditazioni che a volte vengono offerte in altri contesti, ad esempio dai monaci a Plum Village, con la lettura di una frase per l’inspirazione e una per l’espirazione, seguite dalle parole chiave, dalla campana e da un tempo di silenzio.

Sentiamo anche importante chiarire che nelle meditazioni guidate che stiamo seguendo viene ripetutamente sottolineato che l’aspetto fondamentale è quello del “sentire”, del fare un’esperienza, assolutamente senza alcuno sforzo intellettuale. L’intenzione è che le indicazioni “aggirino” la sfera del pensiero analitico, per depositarsi direttamente nel corpo, nel percepire, nell’essere semplicemente consapevoli di ciò che mano a mano si manifesta nell’organismo corpo-mente.

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