CONSAPEVOLEZZA PANORAMICA
Quando raccogliamo la mente su un oggetto senza immediatamente commentare, giudicare, classificare, non essendo catturati da ciò con cui entriamo in contatto si crea in noi lo spazio per prendere una distanza, per fare un passo indietro rispetto alle cose. Il Buddha ha paragonato questo aspetto della consapevolezza all’arrampicarsi su una torre, a salire su una piattaforma, dalla quale possiamo vedere tutto ciò che ci circonda.
È come essere seduti in cima a una collina e guardarsi attorno: c’è un’esperienza di vastità in cui possiamo vedere ogni cosa senza esserne catturati. Possiamo allargare la mente, senza osservare nulla in particolare, semplicemente consapevoli di vedere: a quel punto tutto può dispiegarsi davanti a noi, limitandosi, per così dire, a “presentarsi”, di qualunque cosa si tratti. Possiamo limitarci a lasciar entrare ogni cosa nel campo della nostra coscienza e in questo modo, spesso, proviamo una sensazione di appagamento.
Quando invece non lasciamo entrare le cose, le giudichiamo, facciamo confronti, ad esempio: “Questo è brutto, quest’altro è bello… Ma, quelli cosa stanno facendo?…”. Essere consapevoli è la pratica di fare un passo fuori da tutto ciò, un modo di essere in un caldo contatto con la vita, senza per questo portare in quel contatto le nostre idee, convinzioni, aspettative e così via. E quando veniamo distratti, catturati da ciò che vediamo, possiamo semplicemente riportare indietro la mente. Thich Nhat Hanh definisce questo modo di essere presenti con l’espressione: “Stabilirsi completamente nel momento presente”.
È un movimento molto importante che possiamo fare durante la vita quotidiana, passando da una sorta di messa a fuoco, in cui ci concentriamo su un dettaglio e vogliamo sapere esattamente di che si tratta e cosa farne, al fare un passo indietro e vedere il quadro complessivo, come in una sorta di grandangolare. Possiamo così sviluppare una mente dinamica che, come uno zoom fotografico, è capace di restringersi come un teleobiettivo a vedere ogni singolo dettaglio e, allo stesso tempo, allargarsi come un grandangolare per osservare il quadro d’insieme.
LA CHIARA LUCE DELLA CONSAPEVOLEZZA PANORAMICA
“Non sottovalutare mai il potere del riconoscere in modo compassionevole ciò che sta accadendo“. (Pema Chodron)
“Faccio esperienza della consapevolezza come fosse un obiettivo zoom di una macchina fotografica, sia telescopico che panoramico. Quando pongo un’attenzione curiosa e gentile sul primo piano di ciò che sto vivendo, i miei pensieri, le emozioni e le sensazioni del momento, attivo una consapevolezza telescopica. Sperimento invece la consapevolezza panoramica come consapevolezza vasta e senza forma, lo sfondo che tutto include.
Mi rendo conto che i pensieri di autocritica, insicurezza e dubbio su di me agiscono come una narrazione abituale di una falsa identità e come un filtro sulla mia vita per come si svolge. So che posso interrompere il flusso delle illusioni create dal pensiero accedendo alla chiara luce della consapevolezza panoramica e dando così al mio dolore un riconoscimento compassionevole, un’accoglienza e un’attenzione incarnata, momento per momento.
Ti invito a considerare ciò che utilizzo come proposito quotidiano. Solo per oggi, puoi prendere nota del numero di autocritiche e del numero di incoraggiamenti compassionevoli e di autoaccettazione che ti dai? Puoi esprimere l’intenzione di spostare questo rapporto verso l’autocompassione? La tua autocompassione può così risvegliare una maggiore consapevolezza compassionevole per tutti?”