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Scrivere una lettera d’amore a noi stessi
Scrivere una lettera d’amore a noi stessi

Una delle pratiche più importanti per esprimere amore a noi stessi, una pratica che Thich Nhat Hanh ci incoraggia a fare, è scrivere una lettera d’amore a noi stessi. Possiamo prenderci il tempo per guardare in profondità in noi e nella nostra relazione col mondo attorno a noi, per osservare quali sono gli aspetti di noi che ci nutrono, che ci fanno bene, e quelli che ci mettono in difficoltà.

Come ogni essere umano, anche noi cambiamo di continuo e possiamo quindi rivolgerci a noi stessi sempre con un senso di meraviglia: “Chi sei, oggi? Come ti posso amare oggi?”, perché oggi siamo diversi da ieri, e possiamo esprimere questo senso di umiltà: “So com’ero ieri, ma desidero conoscermi oggi!”.

Possiamo prenderci un momento tutto per noi, un tempo durante il quale non saremo distratti o disturbati da nulla; magari sederci in silenzio per un po’, in modo da ricollegarci profondamente a noi stessi, in modo da metterci in contatto con lo spazio del cuore, un luogo dentro di noi in cui ci sentiamo accolti, protetti e al sicuro. A partire dal quale possiamo poi scrivere a noi stessi una lettera in cui esprimere comprensione e amore per noi.

Nel libro “Fare pace con se stessi” (Terra Nuova Edizioni 2011) Thich Nhat Hanh ci invita a scrivere una lettera d’amore al nostro bambino di 5 anni, per dirgli che riconosciamo la sua presenza e che faremo qualsiasi cosa possibile per guarire le sue ferite:

“Mia cara, mio caro, so che ci sei e sono qui per te. Sei ferita, lo so. Hai dovuto attraversare molta sofferenza. So che è vero perché ero te. Ma ora ti parlo come l’adulto che siamo e voglio dirti che la vita è meravigliosa, così ricca di elementi che ci curano e ci ristorano. Non lasciamoci sommergere dal passato, non riviviamo ogni volta l’esperienza di dolore trascorsa. Se hai qualcosa da dirmi, per favore, parlami io ti ascolterò”

Thich Nhat Hanh ci invita poi ad ascoltare cosa desidera dirci quella bambina o quel bambino, lasciandolo esprimere col linguaggio di un bambino cinque anni o di un’età diversa. Lasciando che si lamenti per la propria fragilità e vulnerabilità, per sentirsi indifeso e avere paura. Lasciando che emergano emozioni, paure, il desiderio di avere qualcuno che lo protegga.

Possiamo poi continuare scrivendo: “Ti ho ascoltato e comprendo pienamente la tua sofferenza; ma lo sai, ora siamo cresciuti, siamo diventati adulti, siamo in grado di proteggerci. Non abbiamo bisogno di un adulto, bastiamo a noi stessi. Non abbiamo davvero bisogno di nessun altro per essere noi stessi. Possiamo trovare appagamento dentro di noi”. Attraverso questa lettera possiamo rafforzare in noi quel luogo sicuro in cui trovare ciò che abbiamo sempre cercato fuori di noi.

Possiamo scrivere questa lettera prendendoci tutto il tempo, anche in momenti diversi, costruendola con i nostri tempi. Quanto segue sono solo alcune indicazioni su come scriverla, una traccia indicativa sui passi da seguire. Sentiamoci però liberi di procedere come sentiamo meglio per noi.

L’invito che riceviamo da Thich Nhat Hanh è anzitutto di riconoscere e onorare tutte le qualità salutari e i talenti che sono già presenti in noi. Possiamo prenderci il tempo per farne un elenco ed esprimere gratitudine per tutte le qualità che riconosciamo in noi.

Qualunque difficoltà incontriamo con noi stessi, possiamo poi esprimere nella lettera un senso di crescente accoglienza e amore incondizionato verso di noi, verso quella bambina o quel bambino, e verso l’adulto che siamo ora. Grazie alla comprensione profonda che abbiamo sviluppato in questo percorso possiamo riconoscere di essere il frutto di infinite cause e condizioni, di essere una goccia in un fiume di vita, che scorre dal passato fino ad arrivare a noi in questo momento. E possiamo esprimere la ferma intenzione di andare oltre, di comprendere e lasciare andare una volta per tutte il dolore che ancora tratteniamo in noi.

Possiamo esprimere la gioia di poter ricominciare a vivere, liberi dalle convinzioni su di noi e dalle aspettative che a volte abbiamo verso noi stessi; possiamo esprimere la profonda intenzione di coltivare d’ora in poi verso di noi pensieri, parole e azioni di comprensione, gentilezza e amore.

Riconoscendo con chiarezza di non essere limitati, di non essere separati, di essere parte di una trama di vita che viene dal passato e si estende nel presente, possiamo aprire il cuore e accogliere la nostra umana vulnerabilità e fragilità, esprimendo un sincero perdono per noi stessi per i modi attraverso i quali abbiamo fatto del male a noi stessi.

Possiamo infine riconoscere che, pur nelle difficoltà, in ogni momento ci sono tante condizioni per essere felici; possiamo ricordarci della bellezza che è in noi come in ogni essere umano, ed esprimere l’intenzione, ogni volta che ce ne dimentichiamo, di trovare la forza di ritornare in noi stessi, perdonarci e ricominciare.

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