Uno sguardo più ampio
In queste settimane possiamo praticare la consapevolezza aperta, panoramica, anche nella vita quotidiana. Naturalmente il luogo ideale sarebbe la cima di una collina, con un’ampia vista, dove poter semplicemente starcene seduti, collegati al corpo e al respiro, e allargare la visione, sentire la vastità, consapevoli allo stesso tempo di quanti più dettagli possibile, cogliendo l’esperienza di poter semplicemente essere con tutte queste cose, solo essere, al di fuori degli abituali commenti e giudizi.
Ma anche vivendo in città possiamo, ad esempio, sederci al tavolino di un bar all’aperto, meglio ancora se su una piazza, e guardare fuori, semplicemente osservare, senza giudicare, lasciando che ogni cosa e persona sia così com’è. Può darsi che dopo un po’ ci scopriremo a commentare: “Ma come fa quello ad andare in giro con quella camicia…!?” e cose del genere, è naturale… Possiamo riconoscere pensieri e giudizi, e tornare a dimorare in un senso di apertura e spaziosità.
Nel tempo, potremo portare questo sguardo ampio in ogni situazione. Nel momento in cui sentiamo che la mente si stringe in un’emozione, in un giudizio, possiamo aprirci e allargare lo sguardo su quella situazione, sulla persona con cui magari abbiamo una difficoltà (noi stessi inclusi!). Possiamo considerare ogni cosa da una diversa prospettiva, in uno spazio e in un tempo più ampi, e riuscire così a osservare quella situazione con occhi nuovi.
In questo possiamo farci ispirare dalle parole di Thich Nhat Hanh:
“Quando qualcuno dice qualcosa che ti fa arrabbiare e vorresti che se ne andasse, guarda profondamente con gli occhi dell’impermanenza. Se lui o lei non ci fosse più, cosa proveresti davvero? Saresti felici o piangeresti? Praticare questa intuizione profonda può essere molto utile. C’è una piccola strofa di pratica che puoi usare per aiutarti:
‘Arrabbiato nella dimensione assoluta
Chiudo gli occhi e guardo in profondità.
Fra trecento anni
Dove sarai tu e dove sarò io?’”