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Pratica nella vita quotidiana parte #4
PERCORSO DI MEDITAZIONE
PARTE #4

"Lasciar andare e lasciar essere"
SONO SICURO?
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In un fondamentale insegnamento del Buddha siamo misteriosamente invitati a “contemplare il lasciar andare”. Ma lasciar andare cosa?

L’invito è proprio a lasciar andare le nostre percezioni erronee e tutte le idee, le convinzioni, le aspettative su noi stessi e gli altri su cui tali percezioni si basano e che sono per noi fonte di sofferenza. 

Spesso abbiamo una convinzione e vi rimaniamo aggrappati per tanto tempo, continuando a soffrire. Ad esempio, abbiamo tutti un’idea di felicità, e possiamo chiederci se non è a causa di quell’idea che non siamo felici!

Per lasciar andare le nostre convinzioni e aspettative, e le conseguenti percezioni erronee, ci vuole molta chiarezza e coraggio. Thich Nhat Hanh ci ha offerto una semplice domanda per fare chiarezza su quali siano le nostre convinzioni non salutari:

“Sono sicuro?”

L’intento, ovviamente, non è di farci sentire insicuri ma di mettere in discussione e verificare le nostre convinzioni, e come queste siano in relazione con le nostre percezioni.

Ogni volta che durante la giornata ci troviamo in una situazione in cui una nostra idea o aspettativa ci mette in difficoltà, possiamo fermarci un attimo e seguire questi semplici passi:

– Portiamo la consapevolezza al respiro per qualche momento, in modo da fare un passo indietro e creare un po’ di distanza dalla situazione in cui ci troviamo.

– Possiamo identificare quell’idea o aspettativa, sentire che effetto ha sul corpo e la mente e chiederci: “Sono sicuro che le cose siano davvero come penso che siano o che dovrebbero essere?”.

– Se, come in genere avviene, non ne siamo sicuri, ben collegati al momento presente possiamo farci aiutare dall’espirazione a lasciar andare quella nostra percezione delle cose, nella fiducia che questo non ci mette in alcun modo in pericolo, che possiamo vivere molto più liberi senza quella percezione delle cose.

In questo modo, possiamo lasciar andare ogni idea e aspettativa su noi stessi: l’idea che non siamo abbastanza, che non abbiamo abbastanza, che non facciamo abbastanza. Possiamo lasciar andare le nostre idee e aspettative sugli altri. E vivere ogni giorno più liberi, pronti a farci sorprendere dalla vita!

LEGGERO, COME UNA FARFALLA
yuichi-kageyama-butterfly-unsplash

Dopo aver fatto tre o quattro respiri profondi – sentendo l’aria che entra nelle narici, riempie il petto e l’addome, e poi esce di nuovo – lascia che il respiro si stabilizzi nel suo ritmo naturale, senza forzarlo o controllarlo.
Lascia che il respiro sia così com’è, senza fare nulla per modificarlo.

Appoggia allora l’attenzione là dove percepisci il respiro più chiaramente, con la stessa leggerezza e delicatezza di una farfalla che si appoggia su un fiore.
Ogni volta che l’attenzione si perde dietro un pensiero o un’emozione, semplicemente, come fosse un gioco, torna ad appoggiarla sul respiro, come se la farfalla, portata via dal fiore da un refolo di vento, divertita torni ad appoggiarsi sul fiore con la stessa delicatezza di sempre.

Quello che conta, non è sapere perché ci siamo allontanati, ma solo ritornare, sempre e di nuovo.

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